Non tutte le persone che giocano diventano "gamblers", ma è pur vero che in qualche modo l’azzardo deve avere inizio. Si incomincia a vincere e poi non si finisce finché non si perde tutto. Dove termina il divertimento e inizia la dipendenza patologica? Se è vero che non c’è una "personalità gambler", è pur possibile fare delle considerazioni su ciò che alimenta la spinta al godimento mortifero dell’azzardo. In questo libro viene proposta un’analisi chiara e approfondita del problema, tentando di restituire un senso e un’alternativa per i giocatori e le loro famiglie.
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